Il viaggio dell’acqua

Fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, è una risorsa limitata la cui disponibilità per noi occidentali è quasi scontata. Ma non è così. Questo primo articolo descrive il viaggio ed i trattamenti necessari per portare l’acqua nei nostri rubinetti di casa. Nella seconda parte dell’articolo impareremo a conoscere la carta di identità dell’acqua e nello specifico dell’acqua di Milano.

Il ciclo dell’acqua o ciclo idrologico è costituito da quattro fasi: evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione.

Anche se non è scientificamente corretto in quanto non è un processo naturale esiste un quinto viaggio dell’acqua, quello che dalla falda freatica porta ai nostri rubinetti di casa.

I romani hanno costruito imponenti opere di ingegneria per portare l’acqua dalle sorgenti in quota sino alle città.

Se per l’antica Roma il problema era limitato all’aspetto logistico, ai nostri giorni ovviamente non è così poiché l’inquinamento e la necessità di una maggiore efficienza nel recupero delle acque rappresentano una sfida continua.

A Milano l’acqua viene prelevata dalla falda freatica ad una profondità che varia dai 30 a 100 metri.

L’acqua viene aspirata attraverso 400 pozzi che alimentano le 28 centrali dell’acquedotto.

Attraverso una rete anzi una ragnatela di 2.230 km di tubature l’acqua, opportunamente potabilizzata, raggiunge i nostri rubinetti di casa.

L’acqua utilizzata finisce nei 1.465 km della rete fognaria di Milano e confluisce nei tre depuratori dedicati della città che la depurano e rendono disponibile ad uso irriguo.

L’intero processo è un esempio di economia circolare così sintetizzabile:

Il processo di potabilizzazione viene svolto quattro fasi:

• La filtrazione con i carboni attivi che ha la finalità di trattenere le molecole derivate da contaminanti quali pesticidi, solventi, clorurati ecc.

• Le torri di aerazione per eliminare inquinanti volatili eventualmente presenti nell’acqua

• la disinfezione con raggi UV o con l’ipoclorito di sodio (cloro) per eliminare le componenti batteriche

• Il processo di osmosi inversa che consente di eliminare le sostanze minerali ed i sali determinando una purezza e leggerezza dell’acqua tipica delle acque di elevata quota. In questa fase l’acqua totalmente desalinizzata viene reintegrata con una quantità di sali corretta e ottimale per l’organismo.

Durante questo viaggio l’acqua viene sottoposta a 190.000 analisi effettuate attraverso campionamenti:

• Ai pozzi di approvvigionamento

• All’entrata e uscita dei centri di trattamento

• All’uscita delle centrali di pompaggio e distribuzione

• Alle fontanelle presenti nel territorio cittadino

I limiti di legge delle sostanze presenti nell’acqua potabile

I limiti di Legge per l’acqua potabile valgono sia per l’acqua del rubinetto che per quella in bottiglia.

Sono stabiliti dai decreti 31/2001 e 27/2002 che stabiliscono il  limite massimo consentito dei vari elementi chimici all’interno delle acque potabili. In particolare:

Sostanze minerali

Le sostanze minerali sono disciolte nell’acqua a causa della sua origine e del viaggio sino allo stabilimento di imbottigliamento o all’acquedotto. Le principali sostanze sono:

  • sodio (max 200 mg/L),
  • solfato (max 250 mg/L),
  • cloruro (max 200 mg/L) 
  • residuo salino (max 1500 mg/L).
Inquinanti chimici

Gli inquinanti chimici inorganici sono sostanze che al di sopra di certi valori possono nuocere alla salute delle persone. In particolare si segnalano:

  • ione di ammonio (max 0,5 mg/L),
  • ione di nitrito (max 0,1 mg/L)
  • ione di nitrato (max 50 mg/L).
Metalli

Un’altra categoria di sostanze pericolose per la salute è quella dei metalli tossici:

  • piombo (max 25-10 microgrammi per litro),
  • cadmio (max 5 microgrammi per litro),
  • arsenico (max 10 microgrammi per litro) 
  • mercurio (max 1 microgrammi per litro), 
  • rame (max 000 microgrammi per litro) 
  • zinco (max 3000 microgrammi per litro).

Microrganismi biologici

Microorganismi biologici

La categoria dei microorganismi biologici, tra cui troviamo gli elminti, i protozoi, i batteri e i virus non deve essere presente nell’acqua.

Durezza dell’acqua

La durezza dell’acqua quantifica il contenuto di sali di calcio e magnesio disciolti nell’acqua (come carbonati, bicarbonati, solfati, cloruri e nitrati).

La durezza dell’acqua è misurata in gradi Francesi (°F) e le acque , per Legge, sono considerate potabili con durezza (in gradi francesi) compresa tra 15 e 50, dove un 1° F corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio.

Su questa base possiamo discriminare il livello di durezza dell’acqua:

  • fino a 4°F: molto dolci
  • da 4°F a 8°F: dolci
  • da 8°F a 12°F: mediamente dure
  • da 12°F a 18°F: discretamente dure
  • da 18°F a 30°F: dure
  • oltre 30°F: molto dure

L’acqua di Milano

Questa è la carta di identità dell’acqua della nostra città, è disponibile sul portale dell’acqua di Milano all’indirizzo www.milanoblu.com e sul retro della bolletta.

Il portale dell’acqua di Milano www.milanoblu.com consente ai cittadini anche di verificare l’analisi dell’acqua potabile della propria via.

Il viaggio ed i trattamenti a cui è sottoposta rendono l’acqua potabile un ottimo prodotto, garantito sino al contatore del condominio tuttavia, nonostante i controlli rigorosi, gli italiani hanno ancora poca fiducia e preferiscono evitare di bere acqua del rubinetto.

Secondo l’Istat non esprimono fiducia a bere l’acqua del rubinetto ben 7 milioni 400 mila famiglie, un numero significativo anche se progressivamente diminuito nel tempo.

Da una percentuale del 40,1% del 2002, si è arrivati al 29,0% nel 2019. Permangono notevoli differenze territoriali: il Nord-est è al 19,3% e nelle Isole si raggiunge il 54,9%.

Toccano le percentuali più elevate Sardegna (59,9%), Sicilia (53,1%) e Calabria (48,8%).

Secondo il rapporto Istat sulle acque in Italia l’indice di soddisfazione sulla qualità ed il servizio delle acque colloca la Lombardia nella top five, un buon risultato se si pensa che le prime regioni della lista sono montane.

Certamente un fortissimo concorrente all’utilizzo per bere dell’acqua del rubinetto in Italia è rappresentato dalle acque minerali.

La tipicità della morfologia del territorio italiano rende il patrimonio delle acque minerali nazionale fra i più importanti sia per numerosità di sorgenti che per qualità e diversità oligominerali di tali risorse.

Nel 2017, secondo l’Istat, sono 173 i Comuni nei quali si rileva la presenza di almeno un sito estrattivo di acque minerali naturali; complessivamente in tali siti operano 185 imprese autorizzate, quasi la metà delle quali (il 48,7%) si trova al Nord e circa un quarto (il 26,5%) al Centro.

Nel 2017, l’indicatore Intensità di estrazione (IE), dato dal rapporto fra le quantità estratte e la relativa superficie territoriale, calcolato a livello nazionale è pari a 55 metri cubi per km2 Un valore molto superiore alla media nazionale si registra nel Nord-ovest (108 metri cubi/km2), per l’elevata intensità di estrazione in Lombardia (132) e Piemonte (110).

(continua con il prossimo articolo)

Avvertenze:

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Luciano Pedrini

Dirigente in primarie aziende di comunicazione oggi agente e consulente d’azienda nel settore immobiliare. Nei ritagli di tempo svolge l’attività di blogger perchè come scrive Seneca: il tempo non è una risorsa infinita e quindi non va sprecato.

 

 
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